SEZIONE 7 RE ENZO DI SVEVIA – Il BARBAROSSA – l’IMPERATORE FEDERICO II° – i RAPPORTI COL IL COMUNE DI BOLOGNA – il Palazzo ” RE ENZO “
Bologna e le sfide imperiali: Storia, Leggenda e Cultura
Nel cuore del XIII secolo, Bologna si affermò come protagonista delle lotte fra i comuni dell’Italia settentrionale e l’autorità imperiale. La sua posizione strategica lungo la Via Emilia e la determinazione del suo popolo ne fecero un baluardo di resistenza e libertà.
Le mura contro il Barbarossa
Nel 1176, per difendersi dalle mire espansionistiche di Federico I, detto Barbarossa, il Comune di Bologna fece erigere circa quattro chilometri di mura fortificate con fossato. Mentre il Barbarossa riuscì a conquistare numerosi comuni desiderosi di mantenere la propria autonomia, non riuscì mai ad espugnare Bologna.
Una curiosa leggenda locale narra che, durante un passaggio nei pressi di Bologna, il Barbarossa si ammalò e trovò la guarigione in un brodo contaminato da una serpe. Il luogo, in seguito, venne chiamato Medicina in memoria dell’evento.
Il conflitto con Federico II di Svevia
Nei decenni successivi, Bologna rimase al centro delle tensioni politiche con l’Impero. Federico II di Svevia, nipote di Barbarossa, uomo di vastissima cultura e mecenate delle arti (fu lui a commissionare Castel del Monte in Puglia), proseguì lo scontro con i comuni dell’Italia settentrionale. Inizialmente sostenuto dal Papato, fu poi scomunicato e avversato dalla Chiesa stessa.
⚔ La cattura di Re Enzo
Nel 1249, le truppe bolognesi appartenenti alla fazione guelfa affrontarono quelle di Modena nella celebre battaglia di Fossalta. In questo scontro, catturarono un ricco bottino militare: 1.200 fanti, 400 cavalieri e condottieri di diversi comuni ghibellini, ma soprattutto Re Enzo di Svevia, re di Sardegna e figlio prediletto di Federico II.
La sua cattura fu un duro colpo per l’Imperatore, che tentò invano di negoziare la liberazione del figlio, offrendo denaro e persino minacciando rappresaglie. Ma Bologna, fiera della vittoria, rifiutò ogni trattativa, e con la morte di Federico II nel 1250, ogni speranza di libertà per Enzo svanì.
Il Palazzo e la leggenda di Enzo
Re Enzo trascorse oltre vent’anni agli arresti domiciliari nel Palazzo Comunale di Bologna, che ancora oggi porta il suo nome. La prigionia fu dorata: il giovane sovrano visse circondato da arte, poesia e compagnia nobile.
Attorno alla sua figura fiorirono numerose leggende:
- Federico II avrebbe offerto per il suo riscatto un cerchio d’oro capace di cingere le mura della città.
- Re Enzo sarebbe stato rinchiuso in una gabbia di legno e ferro sospesa nel salone per impedire la fuga.
- Una targa quattrocentesca testimonia una possibile semilibertà che gli consentiva di parlare con i nobili sotto il portico del palazzo.
- Famoso il tentativo di fuga in una gerla, finito male: la sua chioma bionda lo tradì, spuntando dal coperchio.
Un’eredità scolpita nella città
La figura di Re Enzo, tra realtà e mito, ha contribuito ad arricchire la narrazione storica e culturale di Bologna. Forse, come spesso accade nei capricci della storia, la sua prigionia gli risparmiò un destino violento.
Il Palazzo Re Enzo, ancora oggi visibile nel cuore della città, è uno dei simboli più affascinanti del medioevo bolognese — testimone silenzioso di conflitti, orgoglio comunale e cultura che resiste al tempo.
Questo Giovane RE di certo ha arricchito Bologna di molte pagine di Storia , forse gli è andata meglio così , ha vissuto una vita pacifica e relativamente tranquilla , probabilmente se fosse rimasto libero sarebbe morto in qualche battaglia o per qualche intrigo dell’epoca , l’uomo non trova mai pace !